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Acciona, un'occasione storica per lo sviluppo dei dissalatori

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Pochi giorni fa sì è celebrata a livello mondiale la giornata dell'acqua e unanimemente si è fatto riferimento alla scarsità di questo bene e non solo nelle zone poco sviluppate del pianeta.

Anche in zone tradizionalmente ricche d'acqua i problemi di approvvigionamento idrico cominciano ad essere insormontabili e le prospettive non sono rosee.

I paesi più colpiti dalla cronica assenza di questo bene primario sono corsi ai ripari. Producono la risorsa (in quantità) da una fonte inesauribile come quella del mare e per giunta hanno pochissime perdite idriche poiché gli impianti vengono localizzati dove servono e l'acqua non deve percorrere centinaia di chilometri prima di essere utilizzata.

Gli impianti sono quelli di dissalazione sia delle acque del mare che di quelle salmastre e quindi troppo salate per essere utilizzate. Diversi sono i governi che hanno scelto la strada della dissalazione per contrastare la desertificazione delle zone siccitose. Per effetto di questo boom, molte aziende spagnole e alcune israeliane si sono specializzate a tal punto da poter, non soltanto risolvere il problema localmente, ma esportare la propria tecnologia (in questo caso parliamo di osmosi inversa) in tutto il mondo, soprattutto nei giganteschi impianti dei paesi arabi ma anche in Inghilterra (anche Londra ha il suo dissalatore), Australia, Colombia, USA e tanti altri paesi.

In Italia, salvo in alcune delle isole minori, dove sono stati realizzati dalla spagnola Acciona dei moderni impianti di dissalazione, la situazione è molto statica, manca un piano alternativo a quello dello schema classico dell'invaso e del potabilizzatore associato che di fatto in alcune zone non riesce a garantire le portate di punta necessarie. Questo avviene soprattutto nelle zone costiere dove per effetto del flusso turistico in alcuni periodi dell'anno non si riescono a garantire le quantità necessarie e l'acqua viene “razionata”.

L'inserimento dei dissalatori nello schema idrico dei gestori alle prese con la scarsità di questo bene sarebbe un valido aiuto in grado di sopperire ai momenti di forte stress idrico sia stagionale che periodico. La realizzazione è senz'altro più rapida in quanto gli interventi sono più localizzati e non interessano più lunghe strisce di territorio come nel caso delle interminabili linee di adduzione di alcuni acquedotti e soprattutto contribuiscono alla riduzione delle perdite dal momento che vengono realizzati “dove servono” e l'acqua deve percorrere meno strada prima di essere utilizzata.

Attualmente, in alcune parti del mondo, l'acqua dissalata viene usata addirittura in agricoltura poiché i costi di realizzazione si sono ridotti notevolmente e per giunta la quota di energia necessaria per dissalare l'acqua del mare si è ridotta di oltre il 50% negli ultimi anni. Di fatto siamo ben al di sotto di 1€ per ogni metro cubo prodotto e ancora meno nel caso di progetti completamente finanziati.

È evidente che abbiamo un'occasione storica per dotare l'Italia di questo strumento di produzione infinito attingendo anche dai fondi che verranno messi a disposizione con il recovery plan. Siamo consapevoli che la dissalazione non risolverà tutti i problemi di approvvigionamento oggi presenti nel nostro Paese ma senz'altro aiuterà a dare una risposta immediata e tangibile di cui abbiamo tremendo bisogno.

www.acciona.com