A fine marzo si notava su queste pagine che mancavano 4 mesi a una scadenza ovvia e nota (da sette anni): quella del Collegio Arera. Ne sono passati quasi tre e se allora c'era tutto il tempo, oggi non più. La macchina deve avviarsi ora, visti i passaggi da fare - che dalla designazione da parte del Consiglio dei ministri richiedono poi il voto a maggioranza di due terzi delle Commissioni parlamentari - e considerato che lasciare la procedura a metà, facendo ora i nomi ma rinviando la ratifica a dopo la pausa estiva, sarebbe il viatico per sicure complicazioni. Non incoraggia, peraltro, il precedente del Consiglio nazionale delle ricerche, il cui vertice era scaduto in marzo, ma la procedura di rinnovo è stata avviata dal governo solo la scorsa settimana. Già che ci siamo, vale poi richiamare un aspetto non meno importante: la necessità di rispettare il criterio della competenza nella scelta dei candidati. Diamo pure per scontato, data la natura del meccanismo di nomina, che, come in passato, anche stavolta i nomi indicati avranno un'"area" politica di riferimento. Questo tuttavia non significa che si possa derogare sull'indicazione molto chiara all'art. 2, comma 8 della legge istitutiva 481/95, che recita: "i componenti di ciascuna Autorità sono scelti fra persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore". Requisiti che non lasciano né possono lasciare spazio all'interpretazione.