Da quando è stato introdotto l'obbligo di miscelazione di biocarburanti nei carburanti fossili, la Staffetta ne monitora il mercato e i relativi prezzi, come fa per tutti i prodotti energetici. In particolare, da quando la componente bio è diventata una voce di costo importante per chi acquista e vende carburanti (e a valle anche per i consumatori finali), abbiamo iniziato a rilevare, sulla base di informazioni di mercato, i comportamenti dei diversi fornitori, per rendere più trasparente una parte della filiera, per seguire l'andamento del mercato e dare anche informazioni all'opinione pubblica sul costo delle politiche per le rinnovabili. Questa mattina funzionari dell'Antitrust hanno svolto un'ispezione presso la nostra redazione e presso le sedi di alcune compagnie petrolifere, per capire come vengono rilevati i dati, perché, si legge nella delibera di avvio dell'istruttoria, c'è il sospetto che la Staffetta sia stata utilizzata come strumento per coordinare le politiche di prezzo in materia da parte delle compagnie. L'ipotesi riecheggia quella del 2007 che portò all'oscuramento dei prezzi alla pompa comunicati dalle compagnie (v. Staffetta 04/02/08). E sembra basarsi sull'assunto “troppa trasparenza=meno concorrenza”. Vedremo come andrà a concludersi l'indagine. Un fatto è certo: nessuno ha mai chiesto alla Staffetta di rendere pubblici quei dati. Anzi, è sempre stato abbastanza complicato trovare delle conferme ufficiali. La rilevazione nasce da un innegabile interesse giornalistico e dalla conoscenza del mercato da parte dei nostri redattori. Ed è un fatto che senza le rilevazioni della Staffetta il costo dell'obbligo di miscelazione sarebbe un bel punto interrogativo. Oscurare questa componente di costo gioverebbe al mercato?