Acquirente Unico “sta attivamente collaborando con le Autorità preposte ad effettuare le verifiche necessarie” in merito alla segnalazione e all'esposto presentato da alcune associazioni che rappresentano gli stakeholder della filiera elettrica (consumatori e operatori) circa il fenomeno del “telemarketing illegale”. Nell'esposto, presentato ieri in una conferenza stampa alla Camera, si ipotizza che il Sistema informativo integrato (Sii) gestito da AU, che raccoglie tutti i dati relativi ai contratti energetici, presenti possibili carenze rispetto alle misure minime di sicurezza informatica previste dalla normativa privacy e relative ai sistemi informativi della Pubblica amministrazione, e che quindi i dati dei consumatori finali (inclusi i numeri di telefono) possano circolare a seguito di deficienze del Sii.
In una nota, AU fa presente che, in base alle attuali normative e alla regolazione di settore, ciascun operatore ha diritto ad accedere a tutte le informazioni relative ai propri clienti.
Ieri le associazioni Arte, Assium, Assocall, Assocontact, Consumerismo, Osservatorio Imprese e Consumatori – Oic hanno illustrato l'esposto in una conferenza stampa alla Camera dei deputati con la partecipazione dell'onorevole Luciano Ciocchetti (Fdi). L'esposto è stato presentato al Garante della Privacy, all'Arera e all'Agenzia Italiana per il Digitale.
Le associazioni, si legge in una nota, dopo numerose rilevazioni e approfondimenti hanno constatato che questo fenomeno del telemarketing illegale è, molto spesso, il frutto di traffici illeciti di dati energetici, facilitati da una scarsa sicurezza dei sistemi di gestione dei dati energetici; acquisendo dati illeciti sui consumatori, soggetti senza scrupoli possono contattare l'utente senza essere tracciabili grazie al cosiddetto Cli spoofing, ovvero la tecnica illecita che consente ai call center di modificare il proprio numero, in modo che l'utente visualizzi sul proprio dispositivo un numero diverso da quello reale, spesso di provenienza extra UE. L'utente si trova così esposto alle più fantasiose e fraudolente proposte di cambio fornitore.
Per stroncare il fenomeno, secondo le associazioni, occorre fermare le fughe dei dati che consentono ai soggetti che operano nell'illegittimità di contattare gli utenti. Le prove e test effettuati dalle associazioni mostrano che il sistema Sii “ha possibili carenze rispetto alle misure minime di sicurezza informatica previste dalla normativa privacy e relativa ai sistemi informativi della Pubblica Amministrazione”. È possibile, si legge nella nota, “che dal sistema – al quale si accede con semplice nome utente e password senza verifiche ulteriori – soggetti compiacenti possano esfiltrare e circolare le anagrafiche degli utenti che hanno in corso un cambio di fornitore e relativi dati sulle tariffe attive oltre, ovviamente, ai dati di contatto”....